Laura Lattanzi - "la tua arte ... ovunque, nel mondo" by Giuseppe Russo

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Laura Lattanzi

Dopo la maturità classica e la laurea in giurisprudenza (ottenuta prima del completamento del quarto anno accademico e con un esame aggiuntivo rispetto al piano di studi obbligatorio) con il massimo dei voti, rinuncia alla carriera universitaria dedicandosi all’attività impiegatizia.
Già dal conseguimento del diploma viene attratta dallo studio delle discipline orientali (filosofia, arti marziali, yoga …), conservando contestualmente un grande amore per l’arte ed il colore in tutte le espressioni.
Dal 2003 si cimenta nello studio del pianoforte, spinta dalla forte passione per la musica ed i grandi compositori.
Dal 2010 il sentiero verso l’arte si espande all’insegna della danza e, da autodidatta, della pittura ad olio.
Scrive di lei: “… le due direttrici rappresentative e contrastanti sono la figura umana ed il paesaggio, ognuno trattato con mezzi e strumenti diversissimi l’uno rispetto all’altro: il primo esemplato dalla silhouette grafica su sfondo tonalmente compatto o geometrizzante, il secondo mediante ricorso alla prospettiva che dona elemento narrativo ai dettagliati scorci.

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Laura Lattanzi - foto

La dominanza tonale si incammina verso il freddo o al limite ai colori primari … lievi sfumature dello sfondo nei paesaggi, che dovrebbero rappresentare l’apertura al mondo di chi guarda, cioè l’elemento dialogico con la realtà, evidenziano una lieve ed elegante volontà di ricerca dell’oltre, del punto ulteriore alla tela e dunque del futuro più lontano, atteso con una malcelata ma sotterranea attesa di cambiamento”.

G. Vincenzi (critico letterario)

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Personale di Pittura "Recanati" - enter

Personale di Pittura "Sentieri nel Colore": enter

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L'artista stessa (ognuno è il miglior critico di se stesso) distingue le sue opere in due filoni, quasi due correnti di emozioni, di interpretazione del mondo della natura, del proprio mondo interiore, del modo di concepire il bello e di rendere partecipe agli altri la propria scoperta.
Ella stessa, infatti, suddivide i suoi lavori secondo due stili (naturalistico e non naturalistico) ma non lasciamoci ingannare e fuorviare da questa delicata malizia dell'artista che sembra riportarci a formali schematismi di manuali o cataloghi d'arte.
La ricerca di Laura, oltre che artistica, è ricerca di armonia con ciò che contempla, con tutto quello che riesce a comunicarle, a "corrisponderle" le vibrazioni che la stupiscono, affascinano, suggestionano e che, soprattutto, possano metterla in contatto con il senso nascosto del percepito e renderla "docile fibra dell'universo".
Bisogna, dapprima, volgere uno sguardo all'insieme delle sue opere per cogliere in modo intuitivo, analogico, quel quid che le accomuna e poi soffermarsi a meglio considerare le singole tele per scoprirne i particolari che possano contribuire a entrare in sintonia con l'autrice.
Al primo sguardo si rimane colpiti proprio dalle "correspondences" che la contemplazione degli aspetti della natura o della figura umana suggeriscono a Laura. La sua prima ispirazione sembra sempre partire da soggetti reali che ben presto vengono trasfigurati, trasfusi in "altro" raggiunto andando "oltre" il percettibile sensorialmente.
I paesaggi, sempre rappresentati con pregevole tecnica espressiva e sapiente utilizzo della prospettiva, appaiono a volte lievemente e dolcemente sfumati, quasi rivisti in un'aura di sogno, di ricordo, di avventura intimamente vissuta nella contemplazione del bello offertosi in maniera statica ("Flumen", "Inverno sul lago", "Palude", "Tramonto su landa nordica", Scorcio d'inverno") a volte decisamente definiti con dense pennellate di vivo colore. In questi ultimi ("Bosco in autunno", "Emozione verde" - "Mattino di primavera") viene quasi operata  una compenetrazione nel mondo della natura, un'intima fusione con i suoi aspetti più vitalistici.
Emblematico il trionfo del verde in quella simbolica galleria di alberi del già citato bosco o l'acceso, "glorioso" cromatismo dei "Colori dell'autunno" vivacissimi sullo sfondo azzurro. Interessante poi, sia per la perizia tecnica nel tratto che per la sperimentazione cromatica e tematica, appare un gruppo di opere che Laura colloca  nel primo stile. Tali opere, però, a noi sembrano trascendere il momento puramente "naturalistico" per adire ad un mondo della natura sublimato, onirico, colorato di magica avvenenza, trasferito, per alcune tele, quasi in una contemplazione astrale, di fantascienza. Così è per le opere ove sono evidenti le ricerche di effetti cromatici realizzati grazie ad una vasta gamma di colori vivaci "Albero", "Marina all'alba", "Mare e arcobaleno", "Uscio estivo") e soprattutto nelle "visioni" di panorami marini e collinari, scogliere, notturni (particolarmente di forte impatto emotivo "Yellow sea" e "Scarlet heights") che hanno il potere di rapire lo spettatore e metterlo a contatto con una natura a volte dolcemente rasserenante ("Riviere" - "Sabbia e sole") a volte più mossa ed inquieta, proiezione simbolica della perenna instabilità dell'animo umano, del senso dell'infinto che attrae e  smemora e della ricerca dell'assoluto. E' così per "Scogliera", "Tramonto sul mare" e "Plenilunio" in cui la bellezza del paesaggio rappresentato appare anche punto di partenza per un percorso di scoperta introspettiva.
Per quanto concerne le opere afferenti a quello che Laura Lattanzi definisce "stile non naturalistico" la prima e fondamentale impressione che ogni spettatore coglie è che la figura femminile è al centro dell'attenzione dell'artista sia quando è proiezione autobiografica, contemplazione intenerita e commossa dei sentimenti più intimamente femminili ("Abbraccio", "Amore Materno") vagheggiamento estatico del "bello" rappresentato dalla donna, sia quando è rappresentata nel rapporto familiare o di coppia.
Ecco allora snelle figure di donne leggiadre, dipinte con garbo e finezza di tratto o su sfondo monocromatico dai caldi colori o su sfondo variegato, screziato da iridescenze coloristiche ("Ruota dei veli")  non fini a se stesse ma finalizzate a mettere in risalto la bellezza femminile, a sublimarla in un onirico trionfo di tonalità vivaci.
In alcune tele i tratti sono essenziali, dolcemente sfumati, i volti e le figure appena accennati, quasi suggeriti, essi assurgono a simbolo suggestivo e misterioso di quel complesso mondo sentimentale della donna in rapporto con la propria creatura (intenso e tenero il soggetto del già citato "Amore Materno") o con l'"altro" ("La coppia" - "La Danza" - "La Famiglia").
Interessante, a questo punto, ci pare  sottolineare come la costruzione della rappresentazione di quest'ultima opera sia allo stesso tempo tecnicamente pregevole ed indicativa del valore assoluto che l'artista attribuisce alla famiglia. Il soggetto, significativamente stilizzato, appare inserito, indicato, valorizzato dai triangoli colorati che focalizzano prospetticamente ed emotivamente l'attenzione di chi guarda sul soggetto.
Due opere propongono come soggetto donne afferenti al mondo orientale: "Geisha con flauto" - "L'Almea" - la prima è rappresentata con dolci tonalità, tratto elegante e definito su sfondo delicatamente sfumato nel suo trascolorare (evocante così l'iconografia giapponese) l'altra con turbinio di vivaci colori, atti, rappresentano la danza e tratti somatici più decisi, marcati a evidenziare, grazie anche alla fluente chioma ed il nudo ombelico, la carica sensuale che promana dal soggetto.
Pregevoli per la tecnica e particolarmente suggestive appaiono lo stupendo notturno de "Il sogno" e
"La rosa blu". Il primo presenta una figura di donna dormiente, dal volto non definito ma dalla fluente chioma corvina, morbidamente adagiata ... sull'infinito: un fondo blu intenso (un mare calmissimo?) che dolcemente sfuma in un notturno ove si intravede una luna dal volto umano, come intento ad osservare la donna.
Dipinto suggestivo, dalle valenze simboliche (c'è una sensualità sottesa ma evidente) enigmatico per la presenza di una luna "strana" aliena dalle rappresentazioni iconografiche tradizionali e quasi metamorfizzata in incubo.
Il secondo lavoro è una creazione calligrafica, una ricerca del bello della natura (la rosa da sempre considerata simbolo di bellezza, eleganza, fragilità) sublimato, per mezzo del colore, in un fiore che in natura non esiste e che maggiormente attrae e suggestiona  anche per la collocazione in uno sfondo ai confini del mondo, quasi astronave orbitante rappresentata fra terra e cielo.
Due opere, insomma, che confermano e arricchiscono quanto sopra osservato a proposito del fascino arcano dell'opera di Laura Lattanzi.

(Prof. Vito Antonio Laurino)

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Personale di Pittura "Oltre le Parole"
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Personale di Pittura "Alchimia Cromatica"
Greensleeves
 
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